sabato 18 gennaio 2014

E' stato il silenzio

Lunedì 27 Gennaio si celebra la Giornata della Memoria e, a seguito dell'esperienza dello scorso anno, consiglio la lettura di questo bel libro per bambini di classi quarte e quinte: E' STATO IL SILENZIO di Paola Valente (Raffaello Editrice).

Si tratta di un bel romanzo per ragazzi che, sebbene non affronti in maniera "diretta" il tema delle deportazioni, del genocidio e della Shoah, purtuttavia è indicatissimo per parlare di questo argomento.

La storia parla di Isaac, un ragazzino normalissimo dei giorni nostri, con una vita normalissima che, ad un certo punto del suo percorso, per problemi di salute, si ritrova a dover passare un certo periodo di tempo nella vecchia casa di papà, al mare, in un posto del quale fino a poco tempo prima non conosceva nemmeno l'esistenza. Qui conosce persone nuove, ragazzini della sua età con i quali si trova coinvolto in avventure pericolose e intriganti - che a dire il vero, però, non gli piacciono più di tanto - e comincia a sospettare che intorno alla sua famiglia aleggi un segreto di cui nessuno vuole parlare, un segreto che riguarda il papà e la sua famiglia, un segreto di cui fino a quel momento lui non ha mai sospettato nulla. Tutti sembrano sapere qualcosa che lui e la sorellina non sanno. Solo al termine del libro si verrà a sapere cosa rende il papà sempre un po' malinconico, il motivo dei silenzi incomprensibili, dei cambi d'umore, dei sussurri della gente del paese. La famiglia del padre di Isaac, infatti, è ebrea e durante la Seconda Guerra Mondiale i nonni del bambino sono stati deportati in campo di concentramento, da cui non hanno più fatto ritorno. Il loro figlioletto di pochi anni è l'unico ad essersi salvato, perché affidato e nascosto dalla vicina di casa, che da quel momento lo ha allevato come un figlio.

Come tutti i libri di questa serie, al termine sono presenti schede di approfondimento interessanti e ben fatte, che servono sicuramente a dare un'idea d'insieme più completa e a contestualizzare meglio la lettura.


lunedì 13 gennaio 2014

La Shoah: per non dimenticare!


 La parola agli ultimi sopravvissuti.

Il 27 gennaio ricorre il 69° anniversario della liberazione di numerosi prigionieri, per lo più ebrei, dal campo di concentramento di Auschwitz (Polonia). Nel 2000 fu istituita con un'apposita legge la Giornata della Memoria, voluta dallo Stato Italiano per ricordare le vittime della "Shoah". Il "GIORNO DELLA MEMORIA" serve proprio a non dimenticare le sofferenze di allora, per saper scegliere di evitare nuove sofferenze oggi, ad altri popoli e ad altre persone, in qualsiasi parte del mondo.
Cliccando sull'immagine qui sopra si accede ad un sito esterno dove è possibile ascoltare la testimonianza degli ultimi sopravvissuti dell'olocausto di massa avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale.

lunedì 6 gennaio 2014

L'adorazione dei Magi nell'arte

Il Vangelo di Matteo racconta: 

Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall'Oriente e domandarono: "Dove si trova quel bambino, nato da poco, il re dei Giudei? In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo". Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Egli, appena lo seppe, radunò tutti i capi dei sacerdoti e dei maestri della Legge e domandò loro: "In quale luogo deve nascere il Messia?". Essi risposero: "A Betlemme, nella regione della Giudea, perché il profeta ha scritto: "Tu Betlemme, del paese di Giudea, non sei certo la meno importate tra le città della Giudea, perché da te uscirà un capo che guiderà il mio popolo, Israele". Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti e si fece dire con esattezza quando era apparsa la stella. Poi li mandò a Betlemme dicendo: "Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, così andrò anche io a onorarlo". Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella
che avevano visto in Oriente, ed essi furono pieni di grande gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino. Là si fermò. Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e lo adorarono. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra. Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero allora un'altra strada e ritornarono al loro paese.



Diamo uno sguardo all'arte italiana...


 Epifania o Adorazione dei Magi
Questo è un affresco del nostro amico Giotto, realizzato negli anni 1303-1305 nella Cappella degli Scrovegni, a Padova.
Giotto ebbe l'incarico di dipingere tutta la cappella e organizzò la decorazione dell'edificio secondo tre temi principali, sviluppati attraverso numerosi riquadri.
Il primo tema riguarda gli episodi della vita di Gioacchino ed Anna (genitori della Madonna); il secondo tema è interamente dedicato alla vita di Maria; il terzo tema è dedicato alla figura di Gesù Cristo. Proprio in questo terzo tema si colloca l'Adorazione dei Magi: sul lato sinistro due inservienti trattengono due dromedari; i tre magi offrono doni: Melchiorre, inginocchiato, l'oro; Baldassarre reca con una cornucopia la mirra e Gaspare l'incenso; la Sacra Famiglia e due angeli completano la scena.

Epifania: è la festa della Befana o ricorda un avvenimento più importante?

Tutti in Italia conosciamo la leggenda della Befana, una signora anziana dura di cuore che custodiva gelosamente i suoi giocattoli sin da bambina, poiché lei non aveva ricevuto amore dalla gente.
Quando nacque Gesù lei incontrò i Re Magi. Essi arrivarono a Betlemme e proprio a lei chiesero informazioni sul Bambino. Gina, questo era il suo nome, raccontò loro di una coppia di giovani sposi che stava per avere un figlio proprio in quella notte. Essi avevano bussato anche alla sua porta, ma lei non li aveva aiutati.
I Re Magi invitarono la vecchia signora ad unirsi a loro per cercare il luogo dove era nato Gesù, ma questa rifiutò. Allora partirono da soli, e una volta trovata la stalla con Giuseppe e Maria, offrirono a Gesù a Gesù i loro preziosi doni.
Al loro ritorno bussarono di nuovo alla porta di Gina dicendo che avevano trovato il bambino: era tutto vero! Veramente quel bambino era il Salvatore del mondo che ogni persona stava aspettando!
Gina capì che quel bambino era davvero speciale e pensò di andare anche lei a conoscere Gesù e portargli tutti i suoi doni, quelli che aveva custodito gelosamente.
Purtroppo, quando la vecchia arrivò alla stalla non c'era più nessuno. Così decise di girare il mondo intero alla ricerca di tutti i bambini. Ognuno di essi sarebbe potuto essere quel bambino speciale. Ed è da allora, quindi, che la befana si avvicina a tutti i piccoli e, mentre essi dormono la notte, li guarda con tenerezza, dà loro un bacio affettuoso e lascia accanto a ciascuno uno dei suoi poveri doni.

In realtà EPIFANIA significa "manifestazione, rivelazione".

È, infatti, in questo giorno che Gesù bambino si rivelò come figlio di Dio ai tre Magi. Ma, chi erano costoro? Erano Baldassarre, Melchiorre e Gaspare, tre sapienti che provenivano dalle lontane terre d'Oriente. Si erano messi in cammino guidati da un astro splendente, una stella cometa, che mai prima aveva fatto apparizione nel cielo. Lo studio di questo insolito fenomeno li aveva avvisati che qualcosa di realmente grande stava per accadere. Così avevano consultato molti libri e in uno di essi trovarono questa profezia:

"Nascerà da umile dimora un bambino che diverrà il Salvatore del mondo, il Re dei re! Al suo apparire ci saranno schiere di angeli ad accoglierlo sulla terra e si verificheranno cose mai viste prima". Così i tre uomini avevano deciso di seguire la singolare stella per rendere omaggio a quel bambino salvifico. Portavano con sé tre doni simbolici: l'oro, l'incenso e la mirra. L'oro perché era il dono che veniva riservato ai sovrani; l'incenso perché era bruciato solo in onore delle divinità; la mirra che in antichità veniva utilizzata durante le cerimonie funebri e che sarebbe divenuta il simbolo della futura resurrezione di Cristo, il Re che trionfò sulla morte.